Intelligenza artificiale al lavoro. Anche la Camera approva il ddl

Anche la Camera ha approvato il disegno di legge sull’intelligenza artificiale che ora torna al Senato per la terza lettura. Le modifiche al testo originario non sembrano interessare gli articoli relativi al mondo del lavoro e delle professioni.

Come sappiamo, gli obiettivi dell’intervento legislativo sono:

  • promuovere un utilizzo trasparente e responsabile dell’IA in una dimensione antropocentrica;
  • garantire la vigilanza su rischi e impatti economici e sociali nonché sui diritti fondamentali.

Come anticipato, il provvedimento contiene anche disposizioni di carattere generale sull’uso in ambito lavorativo dell’intelligenza artificiale che deve essere impiegata per:

  • migliorare le condizioni di lavoro;
  • tutelare l’integrità psico-fisica dei lavoratori;
  • accrescere la qualità delle prestazioni lavorative e la produttività delle persone.

L’intelligenza artificiale deve essere utilizzata in modo sicuro, affidabile, trasparente, non potendo tale utilizzo essere in contrasto con la dignità umana né violare la riservatezza dei dati personali. È, inoltre, necessario garantire l’osservanza dei diritti inviolabili del lavoratore senza discriminazioni in funzione del sesso, dell’età, delle origini etniche, del credo religioso, dell’orientamento sessuale, delle opinioni politiche e delle condizioni personali, sociali ed economiche.

Il datore di lavoro è tenuto a informare il lavoratore dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale nei casi e con le modalità di cui all’articolo 1-bis del d.lgs. 152/1997.

Al fine di massimizzare i benefici e contenere i rischi derivanti dall’impiego di sistemi di IA in ambito lavorativo, è prevista l’istituzione presso il Ministero del Lavoro di un Osservatorio con il compito di monitorare l’impatto dell’IA sul mercato del lavoro, identificare i settori lavorativi maggiormente interessati e promuovere la formazione dei lavoratori e dei datori di lavoro in materia.

Componenti, modalità di funzionamento e ulteriori compiti e funzioni dell’Osservatorio dovranno essere definiti con decreto del Ministro del lavoro da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge.

L’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale nelle professioni intellettuali deve essere finalizzato al solo esercizio delle attività strumentali e di supporto all’attività professionale e con prevalenza del lavoro intellettuale oggetto della prestazione d’opera.

Per la tutela del rapporto fiduciario con il cliente è necessario che il professionista gli comunichi con linguaggio chiaro, semplice ed esaustivo le informazioni relative ai sistemi di intelligenza artificiale utilizzati per la prestazione intellettuale.

L’intervento legislativo prova a mettere qualche punto fermo nella consapevolezza che se l’uso dell’intelligenza artificiale può portare interessanti vantaggi in ambito lavorativo semplificando le attività, rendendo alcuni processi più rapidi e consentendo alle aziende di destinare le risorse ad attività a valore aggiunto, l’abuso invece può avere effetti disastrosi.

Come evidenziato dal Regolamento AI 2024/1689, l’abuso dell’intelligenza artificiale può pregiudicare gli interessi pubblici e i diritti fondamentali. Si pensi a rischi quali la violazione della privacy, la manipolazione delle persone, soprattutto se minori e disabili, nonchè la perpetuazione di “modelli storici” di discriminazione.

In che modo l’IA può discriminare in ambito lavorativo?

Ricordiamo che l’intelligenza artificiale apprende estraendo informazioni da enormi quantità di dati e se tali dati contengono pregiudizi e bias (anche involontari), il sistema li apprenderà e replicherà: se un sistema di IA utilizzato nella selezione del personale o nella valutazione delle performance dei dipendenti viene addestrato con dati dai quali emerge che le posizioni di “potere” e i ruoli chiave sono prevalentemente rivestiti da uomini, inevitabilmente svilupperà una preferenza per candidati di genere maschile offrendo risultati discriminatori.

Combattere questo genere di rischi è possibile anche aumentando la consapevolezza circa i meccanismi di funzionamento dei sistemi di IA, soprattutto di quelli “ad alto rischio” che in ambito lavorativo vengono utilizzati per l’assunzione o la selezione o per adottare decisioni riguardanti i rapporti di lavoro.

Aumentare la consapevolezza significa essenzialmente formare il personale affinchè utilizzi correttamente i sistemi di IA e sia in grado di valutarne i risultati: la vigilanza umana, infatti, è uno degli obblighi sanciti dall’AI Act insieme a quello di “alfabetizzazione”.

Condividi l'articolo